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 ALFREDO GISMONDI             GHERARDO DEL COLLE

ANTONIO CANEPA  di Pontedecimo, a cui è dedicata la piazza nel borgo, è tra i migliori poeti dialettali genovesi. Le sue sono poesie sentite, intime, che nascono dall'amore per la propria terra , dalle cose belle e da quel pizzico di amarezza e di nostalgia che si prova quando questi valori non brillano più o sono erosi dal tempo com'è destino di tutte le cose. Ma la poesia di Tonino non si scioglie solo nel dolce lamento caro ai poeti, sa riprendere l'attimo, la simpatia, il sorriso e la voglia di costruire nel presente quanto per molti è solo un sogno nel ventre materno del passato. In questa poesia i ricordi finiscono per affondare nel mare che li ha generati, in quello stesso mare che genererà nuove bellezze ed oggetti d'amore.

(V.N.)

VERSO GENOVA
(con traduzione in italiano-alcuni accenti mancano per impossibilità di trascrizione)

Chi conosce il dialetto genovese ( u zeneixe ) si può rendere conto di quanto la traslazione in italiano faccia perdere quelle sfumature evocative originarie che danno sapore alla poesia. Tanto ricco può essere il testo nella lingua in cui è stato scritto quanto piatto nella sua traduzione. Ciò vale per ogni traduzione dialettale e pure di ogni linguaggio. Conviene rifletterci ogni qual volta si ha in mano una traduzione sia pure ben fatta, non solo dal dialetto ma da ogni lingua, francese cinese o arabo che sia

 

Da-o barconin do treno ch'o va via,

scenta o paesaggio da derre a-e mae spalle

e rivive cian cian in ta memoia

cose felici de 'na valle antiga.
 
 

I fummi d'industriose ciminée

e o fo di maggi, e oe seunnae da-i corni

no m'accompagnan in te questo viaggio

de tutti i giorni verso a mae cittae.
 
 

E me fà ma no screuvi e tagge pinn-e

de giancaia, robin e braghe curte.

insemme a tonni bleu e scosalin néigri,

fascieue, pattaeli e gianchi lenseuin.
 
 

Coe de càmi van avanti adaxo

e macchine che portan sol n'ommo;

pe' panorama tristi scatolin

che noiatri osemmo ciamma case.
 
 

O verde o l'é restòu quaexi'n ricordo

comme a gente ch'a canta, a scherza, a rie;

'na cosa solo me peu conforta:

ch'arrivo in t'un momento a vedde o ma.

TUNIN

 

Dal finestrino del treno che va via,

sparisce il paesaggio dietro le mie spalle

e rivivono piano, piano nella memoria

cose felici d'una valle antica
 
 

I fumi d'industriose ciminiere

ed il rumore di magli, le ore suonate dalle sirene

non mi accompagnano in questo viaggio

di tutti i giorni verso la mia città.
 
 

E mi fa male il non scoprire le distendiere piene

di bianchera, vestitini e pantaloni corti

insieme a tute blu e grambiulini neri,

fasce per bambini, pannolini e lenzuolini bianchi.
 
 

Code di camions vanno avanti piano

e auto che portano solo una persona;

per panorama tristi scatoloni

che noi osiamo chiamare case.
 
 

Il verde è rimasto quasi un ricordo

come la gente che canta,scherza, ride;

una sola cosa mi può confortare:

che arrivo in un istante a vedere il mare

ANTONIO CANEPA


 

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