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nei dipinti a china di Paolo Oneto

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Allegoria Foscoliana

Particolari:

1) a sinistra il generale Massena con riprodotta la firma originale.  2) I due fratelli (fortificazioni) sullo sfondo. 3) Le mani ricordano l'ode scritta  da Foscolo a Luigia Pallavicini durante l'assedio. 4) sotto ufficiale, alfiere e soldato del reggimento degli ussari cisalpini di cui Foscolo era capitano aggiunto . Immagine ufficiale basata su stampa ottocentesca di Quinto Cenni, disegnatore militare.

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Via Postumia: ricostruzione ipotetica di una locanda che si trovava fin dall'epoca romana lungo il tratto di via Postumia fra Begato e Geminiano . Non si hanno immagini d'archivio storico e le uniche notizie esistenti accennano ad "un arco presso cui si poteva trovare ristoro" in località Loggia. Il quadro è ambientato al I secolo d.c e i costumi ricalcano quelli dell'epoca .

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Il boschetto nella località di quel che è adesso corso Perrone. Ricostruzione della chiesa da foto dell'ottocento. L'immagine del re francese Luigi XII è  tratta da un codice miniato dell'epoca. Il quadro  è di proprietà del sign. Claudio Putti

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Il castello di Bolzaneto. Ricostruzione ipotetica di come appariva nel 1400. Sulla sua pianta  attualmente sorge l'ex ospedale Pastorino .  Nel 1436  un reparto milanese dei Visconti calato dalla bocchetta occupava il castello ed il quadro riproduce l'assedio della repubblica di Genova per riconquistarlo. Da notare la terna di balestrieri e l'armamento con leva a trarre della balestra. Gli uniformi riproducono fedelmente quelli dell'epoca. Da notare ancora il gruppo di armati con scala in spalla muniti di forche usate per alzarla e in primo piano ufficiale con corazza completa a piastre e armigero con palvesetto e brigantina in cuoio rinforzata da borchie.

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1814 agguato all'alba al ponte secca ad un gruppo di ufficiali francesi.

Dai documenti consultati non si riconosce il reparto degli ufficiali murattiani e l'autore ha usato l'immagine di un ufficiale ussaro e di due lancieri .

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La località lungo torrente verde e Pieve di Cadore . Dipinto da una foto fine 800 . Il quadro è di proprietà della signora Carmen Lo Bosco

 

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Allegoria Foscoliana (1800)

Quando nei primi mesi del 1799,l'esercito austro-russo messo in campo dalla II Coalizione antifrancese invase l'Italia settentrionale,il poeta Ugo Foscolo (Zante,1778-Turnham Green,Londra,1872) all'epoca in esilio a Bologna,si presentò volontario nelle truppe napoleoniche, con cui aveva già militato nella campagna del 1797,arruolandosi nel Regg.to Ussari Cisalpini. Dopo aver combattuto nelle battaglie di Cento e di Novi Ligure, egli giunse a Genova dove era stata costretta a ripiegare l'armata comandata dal generale Andrè Massena,cui apparteneva il suo reparto.Qui vi conobbe, pare ad una festa tenuta il 13 ottobre, la nobildonna Luigia Pallavicini, già rimasta vittima dell'incidente a cavallo da cui era uscita sfigurata, cosicché sortiva velata, la cui triste vicenda colpì l'animo tenebroso del poeta che volle dedicarle, scrivendola, sembra, qualche mese dopo, la celebre ode.

Nell'aprile del 1800 la città fu messa sotto assedio dall'esercito austro-sardo comandato dal generale Peter Carl Ott, forte di ben 20.000 uomini, durante il quale il capitano Foscolo, impegnato sul fronte polceverasco, ebbe occasione di distinguersi.

Particolare rilievo ebbe la sua partecipazione al tanto ardito e vittorioso contrattacco che permise la riconquista dei forti detti "dei due fratelli", sulle alture fra Begato e Geminiano.

Nel corso di questa battaglia egli fu testimone della morte del Generale Giuseppe Fantuzzi da lui considerato un "maestro"e le cui spoglie avrebbe adagiato su un guanciale di timo, e venne ferito leggermente al capo, per essere poi ricoverato all'ospedale militare ricavato nell'abbazia della Certosa di Rivarolo.

La sua condotta nell'azione dei Due Fratelli gli fece ottenere un attestato da parte del generale Spitas, nel quale viene indicato come uno degli artefici della vittoria, e la menzione nel "Commentario" sull'assedio inviato dal Massena a Napoleone, dov'è citato per ben due volte

Paolo Oneto

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La mattina del giorno 11 Febbraio 1814,attorno alle cinque e mezza, un gruppo di ufficiali francesi appartenenti alla guardia reale del re di Napoli Giocchino Murat, in viaggio lungo la "grande route" ossia l'attuale statale dei giovi, furono oggetto di una imboscata mentre attraversavano il ponte della secca, tra Bolzaneto e San Quirico. Essi vennero fatti segno di una selva di colpi di fucile sparati loro contro da alcuni ignoti , forse attivisti antinapoleonici, definiti dagli assaliti come "una banda di briganti", che s'erano appostati sull'argine del torrente. Alcuni di loro furono colpiti,ma due di costoro, un capitano ed un tenente, riuscirono a raggiungere il punto ove si erano annidati gli attaccanti e catturarono in mezzo ad un canneto un presunto membro della banda che consegnarono ai gendarmi della caserma di Rivarolo. Qui il fermato fu interrogato dal brigadiere di sevizio , cui dichiarò di essere tale Lorenzo di Santamaria Antonio , un contadino trentaseienne di Sant'Olcese, domiciliato a Brasile,di cui il sottufficiale fornisce un'ampia descrizione somatica nel rapporto da lui redatto sui fatti.

Il Santamaria venne messo in stato di fermo e tradotto l'indomani a Certosa ove aveva sede il giudice di pace ed ufficiale di polizia giudiziaria sign. Molfini ,magistrato incaricato delle indagini, il quale lo interrogò a sua volta e ne decretò l'arresto , disponendo altresì il fermo, da parte dei gendarmi di Rivarolo e Campomorone, di altri individui sospetti.

Purtroppo i documenti a nostra disposizione, che ci hanno permesso di ricostruire quanto sopra descritto, non sono stati sufficienti per farcene conoscere la conclusione.

Paolo Oneto

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