COMUNICATO STAMPA
con cortese richiesta di pubblicazione e massima diffusione
La "Casa della Legalità" di Genova aderisce all'appello per la salvezza della
legge sul sequestro e riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie. Crediamo
anche che sia necessario realizzare progetti concreti di riutilizzo dei beni sequestrati
alle mafie in ogni realtà ove la Magistratura sia riuscita ad individuare e colpire il
patrimonio criminale, come ad esempio anche Genova e la Liguria. Il non utilizzo pieno
delle potenzialità della legge ha lasciato un vuoto nel opinione pubblica diffusa che
può compromettere la tenuta della legge, a favore di quanti la vogliono abrogare o
modificare sostanzialmente al fine di renderla vana. Se, anche in realtà come
quella ligure, si fosse proceduto, con un ampio coordinamento delle forze civili
antimafia, nel promuovere progetti di utilizzo sociale e culturale dei moltissimi beni
confiscati alle mafie si sarebbe potuto dimostrare concretamente, anche qui, che in ogni
luogo le mafie siano attive, possono essere colpite e costrette a "restituire il
maltolto".
In questa direzione, oltre ad appellarci a tutti i parlamentari della Repubblica,
invitaiamo tutti i cittadini ed il mondo dell'associazionismo ad operare una decisa
richiesta a difesa della legge Rognoni-La Torre, a quanti eletti nel Parlamento Italiano
che sono, come ci ha ricordato giustamente Beppe Grillo, nostri dipendenti!
p. la Casa della Legalità di Genova
Christian Abbondanza
Simonetta Castiglion
SI ALLEGA DI SEGUITO IL TESTO DELL'APPELLO PROMOSSO DA LIBERA A CUI ADERIAMO CON
DESIONE E INDIGNAZIONE
SALVIAMO LA LEGGE SUI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE
La legge Rognoni - La Torre, che consente da oltre vent¹anni di
aggredire le ricchezze accumulate dalle mafie nel nostro Paese, è in pericolo. Rischia di
essere approvato dal Parlamento, infatti, un disegno di legge che tra i molti aspetti
discutibili prevede la possibilità di revisione, senza limiti di tempo e su richiesta di
chiunque sia titolare di un ³interesse giuridicamente riconosciuto², dei provvedimenti
definitivi di confisca. In nome di un malinteso garantismo, insomma, si compromettono
definitivamente il lavoro e l¹impegno di quanti, dalle forze dell¹ordine alla
magistratura, dalle associazioni alle cooperative sociali, sono oggi impegnati nella
difficilissima opera di individuazione e riutilizzo sociale dei beni confiscati alle
mafie. Nessun provvedimento di confisca, di fatto, sarà mai definitivo. Nessuna
assegnazione di beni confiscati avrà un futuro certo. Altri avrebbero potuto essere gli
strumenti con cui risarcire, anche dal punto di vista economico, eventuali vittime di
errori giudiziari, sempre possibili, nell¹iter che va dal sequestro preventivo dei beni
alla loro definitiva confisca. Se dovesse essere approvato, invece, quanto previsto dal
comma 1 lettera ³m² dell¹art. 3 del disegno di legge AC 5362 recante ³Delega al
Governo per il riordino della disciplina in materia di gestione e destinazione delle
attività e dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali², tutti i beni
confiscati (dai terreni coltivati da coraggiose cooperative di giovani agli immobili
trasformati in sedi di servizi sociali o in caserme delle forze dell¹ordine, solo per
fare alcuni esempi) finirebbero in un limbo di assoluta incertezza. Ovvero esattamente il
contrario di quanto sarebbe necessario oggi. Le mafie, infatti, hanno da tempo affinato i
meccanismi con cui riciclano i proventi delle loro attività illecite e nel nostro Paese
si registra, negli ultimi anni, una consistente flessione del numero di beni confiscati.
Una situazione che richiede normative efficaci e scelte concrete in grado di far crescere
la fiducia di chi è impegnato ogni giorno nella lotta alle mafie. E¹ per queste ragioni
che l¹associazione Libera (che raccoglie più di 1200 associazioni nazionali e locali,
scuole, cooperative) e i sottoscritti familiari delle vittime delle mafie, attraverso
questo appello, chiedono un serio e approfondito ripensamento, in sede di dibattito
parlamentare, del disegno di legge delega AC 5362, soprattutto per quanto riguarda la
possibilità di revisione dei provvedimenti definitivi di confisca, affinchè deputati e
senatori di tutte le forze politiche sappiano trovare la giusta misura, il corretto
equilibrio tra la tutela dei diritti di chi subisce i provvedimenti di confisca dei beni e
la necessità di sottrarre alle organizzazioni mafiose gli immensi patrimoni che
accumulano ogni anno, nell¹illegalità e nel sangue. Trasformando questi beni, come sta
avvenendo faticosamente oggi, in segni tangibili di legalità e giustizia.